Dopo due anni di cassa integrazione nessun posto di lavoro (come sottoscritto in un accordo dall’azienda) per i 25 lavoratori rimasti in cassa integrazione e costituitisi parte civile nel processo contro la multinazionale dell’acciaio. UN CASO??? Dopo due anni trascorsi dalla strage del 6 dicembre 2007 in cui morirono 7 colleghi di lavoro e dopo la chiusura di uno stabilimento in attivo solo per fini puramente speculativi e di delocalizzazione delle produzioni nel sito ternano della multinazionale, i lavoratori torinesi posti in cassa integrazione dall’azienda non sono mai stati ricollocati. Da evidenziare che i lavoratori in questione sono quasi tutti costituiti parte civile nel procedimento apertosi al Palagiustizia contro l’azienda per i 7 morti del rogo del 6 dicembre 2007. Da questo punto di vista è palese che l’azienda ha operato una scelta precisa, ovvero quella di non impegnarsi seriamente nella nostra ricollocazione in quanto “sgraditi” e dando i nostri curriculum vitae ad agenzie di lavoro interinale torinesi che hanno visto alcuni lavoratori non fare mai un colloquio di lavoro in oltre un anno e mezzo di iscrizione, se non per lavoretti a tempo determinato di un paio di mesi e in condizioni peggiorative rispetto alle mansioni ricoperte in precedenza. L’azienda inoltre, per lavarsi le mani e fingere di rispettare l’accordo, che prevede la ricollocazione o percorsi formativi di riqualificazione professionale, lo scorso anno ci ha obbligatoriamente iscritti ad un corso di formazione professionale di “addetto alla lavorazione su macchine utensili tradizionali (tornitore – fresatore) e “aggiustatore meccanico con l’ausilio di macchine utensili”, senza minimamente preoccuparsi di avviare un percorso formativo in accordo con i lavoratori, che hanno espresso in maniera pacata e civilmente il loro dissenso a questi corsi, non rifiutando la formazione in se, ma per il fatto che questa avveniva su macchine dismesse negli anni ’70 e quindi di nessun aiuto per quanto riguarda una futura ricollocazione nel settore metalmeccanico, ormai sempre più improntata allo sviluppo tecnologico e comunque versante in un gravissimo periodo di crisi produttiva e occupazionale. Anche in questo caso la TK ha dimostrato scarso riguardo nei confronti dei lavoratori pensando di decidere al loro posto cosa sarà del loro futuro e ci ha “posteggiato” in un corso non scelto e per giunta inutile. Vita e lavoro dignitosi e in sicurezza sono nostri diritti che come tali devono essere garantiti: chiediamo che del nostro futuro si facciano carico in primis la ThyssenKrupp (responsabile di questa situazione) e poi le Istituzioni di questo territorio (Comune, Provincia e Regione, responsabili della tutela dei cittadini) che si costituiscono parte civile e sinora poco o nulla hanno fatto per trovare una soluzione a questa situazione ormai divenuta insostenibile per tutti noi, quando hanno risorse e mezzi per farlo! Siamo stanchi di essere presi in giro! Questa situazione non l’abbiamo né creata né voluta noi e non vogliamo pagarne le conseguenze! INTERVENITE ALLE UDIENZE DEL PROCESSO IN SOLIDARIETA’ AI FAMILIARI DEI NOSTRI 7 COMPAGNI DI LAVORO UCCISI IN NOME DEL PROFITTO! GIUSTIZIA E UN POSTO DI LAVORO DIGNITOSO PER I LAVORATORI THYSSENKRUPP DISCRIMINATI! LAVORATORI IN CASSA THYSSENKRUPP - TORINO Info e contatti: http://www.facebook.com/l/ae352;www.legamidacciaio.it
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