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Sicurezza sul lavoro,il testo unico è stravolto.

Nel silenzio assordante della stampa, il 31 di luglio il governo ha sostanzialmente riscritto il testo della legge, continuando “con pervicacia la sua azione di riduzione dei diritti dei lavoratori”, dice Paola Agnello Modica, responsabile sicurezza Cgil. Mentre anche i morti smettono di fare notizia.

Roberto Pavan, Sirti, morto il 28 luglio in un incidente mentre rientrava dal lavoro. E’ l’unico incidente che porta ancora un nome. Gli altri, morti o feriti, sono diventati anonimi, nelle notizie. Due operai, dicono le agenzie, sono rimasti feriti in seguito all’esplosione di un macchinario all’interno dei capannoni della Federal Mogul di Cuorgnè, vicino Torino, il 29 luglio. Un operaio di 24 anni, ‘straniero’, riporta l’agenzia, precipitato nella cavità del vano ascensore, in una palazzina dell’hinterland milanese. Un operaio di 59 anni, morto battendo la testa su un pilone la cui base aveva ceduto, ad Arezzo, nel cantiere di costruzione del nuovo centro affari. Di lui è scritto che “tra poco sarebbe andato in pensione”. Sono morti il 30 luglio. E sempre il 30, un operaio di 38 anni è rimasto ferito cadendo da un’impalcatura di un cantiere di Pozzallo, in provincia di Ragusa, e un altro operaio vicino Modica, 35 anni, ha riportato numerose fratture cadendo dal tetto di un capannone in costruzione. Morti ‘fortunate’ perché ancora raccolte dalle agenzie. Ma ormai senza nomi, senza senza famiglia, senza figli, senza paese d’origine. E considerando l’aumento esponenziale del lavoro nero, dall’edilizia all’agricoltura, e ora sul fronte di confine degli appalti, possiamo mettere nel conto una quantità di morti che non arrivano neanche alle agenzie. E’ per questo forse che anche la notizia dell’approvazione da parte del Cdm del Dlgs 81/08, altrimenti detto “Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”, non si rintraccia sulle pagine dei giornali, se si esclude “Liberazione” e “il manifesto”, e poco altro. Di certo non in prima. Aiutata dal giorno prescelto per l’approvazione, il 31 di luglio, venerdì, non fa notizia, e tantomeno commenti. Eppure nell’assordante isolamento in cui è stata lasciata la Cgil, insieme ai Rls, ad alcuni giuristi, oltre che alle Regioni, risuona forte l’eco di una domanda: i presupposti della legge sono gli incidenti e le loro cause?

Morti in itinere, morti per un’esplosione, morti cadendo da un’impalcatura, morti per il cedimento di una struttura. Come si conciliano questi incidenti con il Testo unico sulla sicurezza varato ieri dal Consiglio dei ministri? Secondo Paola Agnello Modica, segretaria confederale Cgil e responsabile della sicurezza non si conciliano. Anzi, la legge è stata rielaborata “in direzione del rafforzamento dei poteri dei datori di lavoro, e a scapito dei lavoratori e dei loro rappresentanti”. Qualche esempio? “lo svuotamento delle norme di contrasto al lavoro nero e irregolare; la visita preassuntiva svolta dal medico aziendale (vietata dall’articolo 5 dello Statuto dei lavoratori, ndr); la riduzione dei diritti in caso di sopravvenuta inidoneità alla mansione; il controllo della funzionalità dei rappresentanti dei lavoratori da parte degli organismi paritetici. E l’accordo separato Confapi addirittura prevede che l’attività degli Rlst dipenda dalle priorità definite in sede bilaterale”.

Non solo, ma il forte ridimensionamento delle sanzioni, oltre ad incentivare in generale la disapplicazione delle norme, è in particolare legato a violazioni sostanziali, lì dove queste vengono rese del tutto ambigue. Per esempio il mancato utilizzo della cintura di sicurezza contro le cadute dall’alto, che viene ridefinito con “mancata fornitura dei dispositivi di sicurezza”. “A quanti lavoratori fanno firmare la ricevuta di consegna e poi magari i dispositivi non vengono consegnati?”, chiede Agnello Modica. E ancora, per chiarire due punti già citati, gli enti bilaterali acquistano funzioni che, in quanto organismi costituiti anche dalle imprese, non dovrebbero avere. Per esempio “a loro spetterà il compito – sottolinea la dirigente Cgil – di verificare l’efficace attuazione in azienda dei modelli di organizzazione e gestione della sicurezza”, e di verificare la funzionalità dei Rls (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, ndr). Cioè, spiega la sindacalista “gli Rls si troveranno a pianificare la propria attività sulla base delle decisioni dell’organismo paritetico”. Non solo, perché a questo vanno aggiunte “la scelta di ridurre la valutazione dei rischi – elenca Agnello Modica - da interferenza negli appalti, di vincolare l’Rls all’esame del Dvr (Documento di Valutazione dei Rischi, ndr) solo all’interno dell’azienda. Anche le sanzioni sono state ampiamente ridotte, insieme al preventivo depotenziamento delle attività di vigilanza e ispezione deciso, con misure amministrative, dal Ministro Sacconi. Cosa che depotenzia la stessa ‘patente a punti’”.

“Le ferme e vigorose proteste dei lavoratori – dice Agnello Modica - dei giuristi, delle Regioni, della Cgil hanno portato all’attenuazione di alcuni punti particolarmente negativi, quali quello della responsabilità dei datori di lavoro e della certificazione da parte degli enti bilaterali” (articoli 2 e 10bis, ndr), ma in sostanza “il governo continua con pervicacia la sua azione di riduzione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici”. Per questo, conclude, “la Cgil ribadisce la propria contrarietà a questa ennesima controriforma e continuerà il suo impegno per l’integrità psicofisica di chi lavora nei luoghi di lavoro, con la contrattazione e attraverso puntuali verifiche giuridiche”.

Nettamente negativo anche il giudizio del segretario nazionale Fiom Giorgio Cremaschi, responsabile salute e sicurezza per i meccanici, che considera la legge “piena di scappatoie per le responsabilità delle imprese”. “Un lavoro furbo e meticoloso – denuncia Cremaschi, fatto – sotto dettatura degli esperti legali di Confindustria e delle imprese”. “Ovunque fosse possibile le norme sono state rese più confuse – continua – sugli appalti, sulle responsabilità penali, sul documento di valutazione dei rischi” di cui rileva il limite d’utilizzo da parte dei Rls. “Anche la norma salva-manager, che formalmente viene cancellata, riemerge qua e là in vari articoli, anche se in forma più ambigua”. Il dirigente sindacale denuncia “un lavoro di attenuazione e riduzione della tutela della salute dei lavoratori” proprio nel momento in cui con la crisi “registriamo una caduta di vigilanza e un aumento dei rischi”. “Per questo lanciamo un forte allarme sulle nuove norme – conclude - e ci rivolgiamo al Presidente della Repubblica affinché eserciti tutti i suoi poteri istituzionali sul nuovo testo”.

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